Non siamo iconoclasti.
Nutriamo profondo rispetto per le pietre - e i marmi - miliari dell'arte e siamo consapevoli che non saremmo ciò che siamo - come società, come sistema culturale, come singoli individui frutto di tutto ciò che è accaduto prima del nostro arrivo in questa porzione di pianeta - se i geni, i folli, i visionari, gli umani più unici e talentuosi, non le avessero concepite, create e donate ai nostri occhi. Siamo ciò che mangiamo e siamo ciò che guardiamo.
Siamo solo creativi.
Un ruolo che amiamo in modo viscerale. Un lavoro che ci spinge a stabilire nuovi legami tra i concetti, a creare connessioni che possano colpire il pubblico. Per insediarsi nella sua attenzione e nella sua memoria. Sovvertire, soverchiare, ribaltare. Prendere la realtà a cui siamo abituati e metterla in discussione, pensarla differente. Esattamente quel che accade prendendo il David e celandone le pudenda facendogli indossare cose che probabilmente non gli avevate mai visto indossare. Il mai visto, appunto. La radice della creatività sta lì.
Perché se non lo avevate mai visto, allora quello è qualcosa di creativo.