In un nostro articolo dicevamo che le altalene avrebbero potuto inventarle anche nel 2019. Non si può dire lo stesso del cavallino a dondolo, quello su cui ogni bambino ha galoppato tra le sterminate praterie dell'infanzia, quello da cui - sempre se sei un bambino - è pressoché impossibile scendere una volta salito. Siamo nell'Antica Grecia quando viene inventato l'hobbyhorse, letteralmente "cavallo della giostra", e siamo a cavallo - tanto per rimanere in tema - del Cinquecento quando viene coniata la sua abbreviazione hobby.
La nostra più interessante indicazione temporale, tuttavia, risiede in un libro del 1759. A consolidare questa associazione simbolica tra un giocattolo per bambini e una passione è Laurence Sterne con la pubblicazione di La Vita e le Opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo. Secondo lo scrittore, ogni uomo è ossessionato dai propri hobbyhorses, gli interessi-giocattolo, le fissazioni individuali frutto di particolari esperienze vissute. Ciascun individuo, sempre a detta di Sterne, vive in un proprio mondo fatto delle proprie passioni e delle proprie idee e tende a fraintendere quello degli altri. Solo i sentimenti possono gettare un ponte tra le isole gallaggianti delle coscienze individuali. A farla breve, per Sterne le relazioni sono necessarie all’uomo per sfuggire alla prigione di sé stesso.
Anche i personaggi del suo romanzo rappresentano molto bene questo ideale. Sono tutti quanti individui con le loro stranezze e fissazioni, sono tutte quante persone fondamentalmente sole. Senza entrare troppo nel dettaglio, si racconta di un personaggio la cui passione predominante è quella delle fortificazioni in scala. In un altro è la conoscenza, il sapere erudito. Ma ad aprirci gli occhi è il personaggio dello stesso Tristram, il protagonista, il cui hobbyhorse altro non è che il progetto di narrare la sua vita e le sue opinioni. L'opera non per niente è incompleta. A rendere impossibile la conclusione del suo progetto sono le continue deviazioni dalla linea retta del tempo cronologico. Non è un caso neanche, infatti, che il termine hobbyhorse designi un giocattolo per bambini. Da adulti, infatti, l'hobby assume una connotazione ben differente. Spesso la passione pura diventa un più disinteressato quanto fondamentale momento di relax tra un impegno e l'altro del nostro quotidiano. Il sogno di ogni bambino si fa il diversivo di ogni adulto. L’hobby diviene parte integrante della nostra esistenza, ma non la sostituisce, perché è scadenziata dai nostri ritmi, dalle nostre routine, dalla nostra vita. Ovverosia dalle nostre continue deviazioni dalla linea retta del tempo dedicato a ciò che amiamo, il famoso tempo libero. Non abbiamo mai tempo per i nostri passatempi, curioso vero?
O almeno così è stato fino ad oggi.
Oggi ci chiedono di restare nelle nostre isole galleggianti prive di relazioni sociali. Oggi il vuoto esistenziale cresce e con esso la necessità di decantare la solitudine per far ossigenare le nostre menti. Oggi non siamo più senza tempo. Ed ecco che entrano in scena gli hobbyhorses, i cavallini a dondolo delle nostre menti capaci di disarcionare la noia e lasciarsi domare dalla fantasia. E così gli hobby ci rendono felici.