Lo abbiamo voluto ripetere 2020 volte che un anno così difficile, distanziato, bloccato, igienizzato, di lutti, di sofferenze, non lo vorremmo mai più vivere. E nel nostro piccolo lo abbiamo voluto ripetere in grande. E in lungo e in largo.
Tra le righe - tante - sappiate che c'è anche scritto che faremo di tutto per lasciarcelo alle spalle.
Ci porteremo dietro le molte lezioni, il coraggio visto e vissuto, la voglia di vedere qualcuno quando non si poteva vedere nessuno anche se poi una volta che lo abbiamo visto quel qualcuno non è che gli abbiamo davvero detto chissà quali parole diverse da quelle di sempre.
Ci porteremo dietro le dita incrociate dei mille "Ti prego fa che non capiti a me. Ti prego fammela andare bene che sennò bloccati in casa impazziamo e poi devo avvisare tutte le persone che ho incontrato, capire se sono contatti diretti, indiretti, direttissimi e sperare che non mi vedano male, che non pensino che chissà dove me lo sono beccato il virus, che arrivino sguardi storti (e come arriverebbero poi gli sguardi se non ci si può vedere?) e risposte asciutte. Ti prego fa che possa continuare tutto come sempre".
Ci porteremo dietro il bisogno di normalità sapendo che tanto poi se le cose andranno bene ci dimenticheremo tutti di tutto e allora va bene. A questo punto, speriamo di dimenticare. Non troppo però, che qualcosa di buono lo abbiamo pur tirato fuori come succede sempre nelle emergenze.
Ci porteremo dietro il desiderio di lasciarci tutto dietro. Alle spalle. Che un anno come il 2020 non capiti più, o non troppo presto.
Ci porteremo dietro la voglia di andare solo avanti. Di proseguire, di accelerare, di correre. Anche dopo il lavoro, senza più nessuna autocertificazione piegata in otto e infilata nell'elastico dei pantaloni da running.
Basta così. Buon 2021.
