(Ve ne siete accorti? L'abbiamo fatto di nuovo, anche in questo titoletto).
Dopo il primo e il secondo bisogno, abbiamo bisogno da qui in avanti di non numerare più i prossimi bisogni di cui parleremo. E forse anche quello di smettere di chiamarli bisogni per non affollare questa pagina di un eccessivo numero di ripetizioni della parola bisogni.
Le esigenze di un progetto sono molto facilmente sovrapponibili a quelle che riguardano le persone.
Esistono due macro categorie utili a definire le esigenze: quelle espresse da fattori esterni e quelle che invece nascono in noi. I secondi sono legati al nostro bisogno (ops) di ambizioni da inseguire; i primi sono invece quelli espressi dal mercato e dal pubblico, e fortunatamente sono in costante mutazione.
Fortunatamente perché la dinamicità delle condizioni rende il nostro lavoro di continuo nuovo e costantemente stimolante. E la ricerca di stimoli è guarda caso una tra le necessità che nascono in noi.
I bisogni esterni sono quelli prodotti dalla realtà che attorno a noi cambia, che oggi rende necessarie azioni e scelte che prima sarebbero state assurde o che addirittura non esistevano.
Sono quelli delle persone, vicine e lontane da noi, nostri colleghi, collaboratori, fornitori, oppure dall'altro lato della barricata tra coloro a cui destineremo il frutto del nostro lavoro. Sono quelli dei clienti, che possono cambiare così come possono nascere del tutto nuovi nel momento in cui arriva un cliente del tutto nuovo.
E poi ci sono i bisogni che nascono in noi. Sono sempre legati all'esigenza di ricercare nuova linfa, nuove visioni, nuovi stimoli.
Stimoli che proprio perché possono nascere da chiunque e ovunque, ci spingono a cercarli in giro vagando senza meta come in quel gioco di realtà aumentata con cui pochi anni fa, per un mese, tutti abbiamo cercato attorno a noi Pokémon che all'improvviso avevamo il bisogno - eccone uno di bisogno mutato nel pubblico, che ci ricorda che il pubblico siamo anche noi - di catturare.
Gli stimoli possono arrivare all'improvviso, cogliere di sorpresa. Magari mentre si è chiusi nell'intimità del proprio bagno o mentre si passeggia per una città mai vista prima; magari mentre si conversa con l'amico di una vita o mentre si scambiano le prime parole con chi fino a dieci minuti prima era un perfetto sconosciuto.
Noi gli stimoli amiamo cercarli anche in luoghi e in persone lontane da noi. Lontane talvolta geograficamente, talvolta come storie, contesti, caratteri distintamente separati dai nostri, senza apparenti punti di contatto.