Questa storia di comunicazione ha una base di vera verità. Il risultato di questa campagna, la campagna iSasso, è infatti il frutto di un problema, se così lo vogliamo chiamare, realmente esistito nella nostra agenzia. O meglio, nel parcheggio della nostra agenzia.
Tutto è iniziato dopo le ultime assunzioni. Come chi già conosce copiaincolla ben sa, qui non amiamo i rapporti "una botta e via" agenzia - freelancer o contratti a progetto. In quelle situazioni manca l'appartenenza ad un gruppo solido, che respiri ogni giorno la stessa aria, che conosca nel minimo dettaglio ogni realtà che lo circonda in agenzia. Amiamo investire su noi stessi, amiamo investire sulle persone.
Plot twist
Ognuno di questi investimenti, a livello meno poetico e più fisico, significa anche popolarsi di nuove scrivanie su cui pensare, di nuovi ambienti in cui discutere e di nuovi spazi in cui parcheggiare.
Può sembrare la cosa più banale del mondo, e forse lo è. Ogni mattina ci alziamo, prendiamo un caffè e giriamo le chiavi nel nostro veicolo.
C'è stato un momento, qualche tempo fa, in cui il problema del parcheggio in agenzia era diventato serio. Ma come, un'agenzia che gestisce e amministra attività di altri, non riesce a controllare che ognuno parcheggi al posto giusto in modo che ci sia spazio per tutti?
Beh, cari lettori, una cosa è certa: a parte alcuni inspiegabilmente impeccabili colleghi, a copiaincolla non applichiamo molto le regole ordinarie.
Questo non significa che bypassiamo gli ordini o che violiamo norme, ma che ascoltiamo l'ordinario solo quando diventa straordinario. Ci piace anche vedere del potenziale straordinario nelle cose ordinarie. Perché ogni cosa comune lo è per convenzione sociale. Ma non è detto che lo debba essere per sempre o agli occhi di tutti.
A ognuno di noi è stato detto più volte di parcheggiare correttamente e non lo abbiamo quasi mai fatto. O se l'abbiamo fatto, l'abbiamo poi dimenticato. Non era memorabile. Era ordinaria quotidianità.
Ma è stato proprio in un giorno ordinario che, parcheggiando, abbiamo trovato dei sassi che, fingendo altezzosamente di essere strisce blu, delimitavano ognuno degli stalli.
Qualcuno, ancora, ha tentato di parcheggiare fuori dal sasso, ma non sapeva le conseguenze di quel gesto, perché quello non era un semplice sasso.
Era iSasso.