Ogni anno, quando arriva il momento in cui va creata la case history della campagna self promo dell'anno, la persona eletta per raccontarne le gesta deve prima fare i conti con una grande premessa: spiegare il significato delle campagne di copiaincolla per quelli di copiaincolla a quelli al di fuori di copiaincolla.
Una premessa non da poco, che discosta le campagne annuali dal concetto di "gadget" e le avvicina invece al concetto di "esperienze".
Una nostra Account ne aveva anche parlato sul nostro meraviglioso blog Tavolobrain. L'articolo titolava "Non chiamateli gadget." e partiva dalla più tipica domanda che potrebbe farsi chiunque si trovi alle prese con un nostro self-promo: "Una creative house lanciata su progetti digital pluripremiati alle prese con un classico esempio di outbound marketing?".
Le cose non stanno proprio così. Anzi, le cose non stanno per niente così. Ogni campagna di copiaincolla si trasforma in un pezzo unico, che trovate esposto esattamente come in un museo nelle teche allineate nella sala grande della nostra company house. Sono oggetti creativi da collezione ideati per raccontare chi siamo, cosa facciamo e come lo facciamo a prospect selezionati ed elencati un database che viene alimentato durante tutto l'anno precedente. Investire risorse nelle campagne self-promo per noi significa turni di lavoro. Ogni oggetto creativo viene disegnato, assemblato e confezionato da ognuno di noi in diverse rotazioni che portano anche a creare momenti di team building.
Una volta spedite le box, un direct mailing racconta tutto quanto di quell'oggetto stupendo, divertendo e appassionando. Quell'esperienza racconta in modo tangibile cosa possiamo fare per chi sceglie di affidarsi alla nostra agenzia.