Gamer? Workaholic? Make up addicted? Fin dal suo nuovo brand site Iridina chiede al pubblico di presentarsi facendole sapere di più di sè. Suona un po' "dimmi chi sei e ti dirò che Iridina scegliere", portando la voce della marca su un piano molto informale e al tempo molto realistico, che parla di quotidianità.
Oltre alla scelta del profilo migliore con cui autodefinirsi, il sito mette a disposizione dell'utente anche un semplice test con cui intercettare esattamente le problematiche di cui soffre l'occhio dell'utente, così da resitituirgli il prodotto più adatto alla soluzione tra tutti quelli della sua linea.
L'attenzione per il contenuto pervade ogni aspetto del sito web e sfocia in ogni altra dinamica comunicativa, indipendentemente da strumenti e canali, creando ponti concettuali in grado di integrare web, digital e social.
Un esempio solare di questa intersecazione può essere Irimagazine, contenitore di articoli che producono cultura attorno al tema occhio e attorno al suo benessere, che vengono riverberati nel feed dei profili social della marca generando flussi di navigazione talvolta centripeti talvolta dentrifughi attorno al brand.
L'attenzione verso una personalizzazione fortemente verticale dell'esperienza, con l'obiettivo di instaurare un rapporto quasi personale tra brand e cliente, trova le sue naturali conseguenze nella targetizzazione scientifica che attraversa ogni aspetto della pianificazione del progetto.
Sui social ogni azione è orientata a una profonda targetizzazione del pubblico, per trovare il perfetto bilanciamento tra i vertici del triangolo sintomo-prodotto-persona. Le campagne search sono create a partire dalle richieste più frequenti poste dal pubblico ed emerse in fase di analisi. La display advertising unisce tutto questo alla stagionalità con cui determinate problematiche sono più o meno frequenti, più o meno estese, più o meno sentite.
Perché tutto quanto progettato attorno alla marca in questo progetto integrato ruota attorno a ciò che il pubblico sente, per i propri occhi e per sè.