Negli ultimi mesi, i professionisti della comunicazione ci hanno premiato per la nostra.
Alcuni sui social ci hanno scritto “ma siete sempre Awardati”, altri quando ci incontrano ci dicono “avete finito di ritirare dei premi?!”.
La verità è che quando capita, sembra sempre la prima volta. Stringiamo la mano di chi ci accoglie sul palco, alziamo uno sguardo imbarazzato e osserviamo persone sedute ad osservare noi e le nostre campagne, i nostri spot, i nostri social, i nostri siti.
Ogni volta, su quel palco, è come se ognuno di noi facesse un viaggio nel tempo.
Si ripercorre ogni idea pensata, scritta, scartata; ogni brain, ogni dibattito, ogni modifica.
Tra di noi, non ce lo diciamo mai a voce alta, ma ognuno di noi sa che l'altro sta facendo il suo stesso viaggio.
Ogni premio è unico come il progetto da cui deriva. È la spensieratezza di non farlo per il piacere dell'apparenza, è la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro - anzi molti buoni lavori.
La verità è che, al di là della timidezza di qualcuno di noi al momento di salire su un palco davanti alla platea di un Galà per ritirare un premio, siamo orgogliosi di ognuno di quei riconoscimenti. Molto orgogliosi.
Ci fa piacere perché è un premio al nostro lavoro. Perché alle nostre idee vogliamo bene.
Perché sono premi nazionali e internazionali. Perché i progetti premiati sono pack e web serie, spot radio e campagne stampa, brand design e social marketing.
Un po' come se ci avessero detto “avete fatto molte cose” e anche “le avete fatte bene”. E se ami quello che fai, sono belle cose da sentirsi dire.