copiaincolla ha fino a ora, da quando esiste, vissuto in tre sedi.
In quella di mezzo, per molto tempo ci sono stati un vecchio maggiolino Volkswagen e diverse Vespe che Cesare aveva personalizzato in alcuni casi con stampe, in altri dipingendo direttamente a mano carrozzeria e carene. In tutte e tre le sedi ci sono sempre stati alcuni dei suoi numerosi quadri. Nella sede attuale, la prima ad avere un grande parco all'esterno e dunque la prima che potesse degnamente ospitare la sua imponente scultura, è finalmente arrivato l'Icosaedro.
Per parlare di quell'opera in particolare ecco qualche riga presa in prestito dalla pagina che abbiamo creato qui (pagina da cui potrete capire anche cosa siano i riferimenti che vedete qui sotto alla 500 e al Take It Easy):
L'icosaedro è un solido di venti facce, ognuna delle quali è un triangolo di tre lati uguali. Nessuno sa perché Cesare lo abbia scelto, nel 2013, come soggetto della sua opera. Forse per la regolarità della figura, forse per i contrasti tra la solidità della forma e la leggerezza di una struttura completamente aperta. Il mistero attorno alle sue scelte artistiche era una costante. Non tanto per il gusto di celare i significati al pubblico, quanto invece per la spontaneità di cui era intrisa la sua cifra artistica. Produceva lasciandosi guidare dall'istinto, guidato dal suo intimo senso per il bello.
Cesare traboccava del suo innato bisogno di creare segni, forme, immagini. Se l'aveste conosciuto anche solo superficialmente, l'avreste immediatamente e nitidamente percepito. Era come se cercasse nella sua produzione qualcosa che gli raccontasse, o gli confermasse, chi era lui. Come se i significati prendessero sostanza nel momento stesso in cui lavorava a un nuovo pezzo, a un nuovo quadro, a un nuovo simbolo.
Cesare aveva un rapporto con l'arte che non apparteneva a un piano concettuale, razionale, analitico. L'arte per lui era cosa da vivere, da sentire fisicamente, da respirare, da produrre. Era cosa che, invece che guidata, andava seguita.
Ora che sapete qualcosa in più di lui, dei suoi modi di guardare e ideare, e del suo Icosaedro, vi sarà di certo più chiaro perché anche se Cesare non c'è più, qui c'è eccome.